Narcos è una serie originale Netflix del 2015, prodotta da Gaumont International Television, che racconta i tentativi della United States Drug Enforcement Administration di arginare il flusso di droga dal Sud e dal Centro America verso gli Stati Uniti, raccontati dal punto di vista dei duri agenti della DEA sotto copertura negli anni Ottanta e Novanta. Lungo il percorso si verificano caos, corruzione e spargimenti di sangue nella ricerca di fortuna e giustizia. La prima stagione segue l'ascesa del famoso boss della droga Pablo Escobar e il tentativo della DEA di fermarlo, la seconda stagione racconta la caduta di Escobar, la terza stagione vede la DEA contrapposta al Cartello di Cali e la quarta stagione va in Messico, dove è stato realizzato un soft reboot con il titolo di Narcos: Messico. La serie è girata sia in spagnolo che in inglese e mescola scene drammatiche con una narrazione in stile semi-documentario e filmati di cronaca reale.
Wagner Moura interpreta il famoso boss della droga Pablo Escobar e Boyd Holbrook e Pedro Pascal sono gli agenti della DEA sulle sue tracce. La quarta stagione sposta la storia nel traffico di droga messicano, con Diego Luna nei panni del fondatore del Cartello di Guadalajara Miguel Ángel Félix Gallardo e Michael Peña in quelli dell'agente della DEA Kiki Camarena. La serie ha come produttore esecutivo (e regista dei primi due episodi) Jose Padilha. Le stagioni 5 e 6 continuano a raccontare l'ascesa e l'eventuale caduta di Félix e le guerre di mafia tra cartelli che ne conseguono.
CMON ha pubblicato Narcos The Board Game nel 2018, in cui un giocatore assume il ruolo di El Patrón mentre gli altri giocatori assumono il ruolo delle fazioni che cercano di dargli la caccia.
Il gioco tattico a turni sviluppato da Kuju e pubblicato da Curve Games chiamato Narcos Rise Of The Cartels è stato pubblicato a novembre 2019.
IDW ha pubblicato una serie di fumetti di Narcos da dicembre 2019 a luglio 2020.
È interessante notare che Narcos è una delle poche serie originali di Netflix ad andare in onda su altre piattaforme: Gaumont ha permesso a Univision di trasmetterla e a Pluto TV di fornire un supporto pubblicitario per lo streaming gratuito.
La prima stagione, composta da 10 episodi, è stata trasmessa originariamente il 28 agosto 2015 come esclusiva Netflix. La serie è stata rinnovata per una seconda stagione, che ha debuttato il 2 settembre 2016, con 10 episodi. Il 6 settembre 2016, Netflix ha rinnovato la serie per la terza e la quarta stagione. La terza stagione ha debuttato il 1° settembre 2017, ma il 18 luglio 2018 i registi hanno annunciato che la quarta stagione sarebbe stata riproposta come prima stagione di una nuova serie originale Netflix, intitolata Narcos: Mexico. La nuova serie, uscita il 16 novembre 2018, è ambientata nel Messico degli anni '80.
La prima stagione racconta la vita di Pablo Escobar dalla fine degli anni '70, quando iniziò a produrre cocaina, al luglio 1992. La serie è raccontata dal punto di vista di Steve Murphy, un agente americano della DEA che lavora in Colombia. La serie racconta come Escobar sia stato coinvolto per la prima volta nel commercio di cocaina in Colombia. Era un commerciante nero affermato a Medellín, che trasportava camion di merci illegali (alcolici, sigarette ed elettrodomestici) in Colombia in un periodo in cui ciò era severamente vietato, quando fu presentato a Mateo "Scarafaggio" Moreno, un esule cileno e chimico clandestino, che gli propose di entrare in affari insieme, con Moreno che produceva ed Escobar che distribuiva una nuova e redditizia droga, la cocaina.
Si espandono oltre il piccolo laboratorio di Moreno per la lavorazione della cocaina costruendo altri laboratori più grandi nella foresta pluviale e, avvalendosi dell'esperienza di Carlos Lehder, trasportano il loro prodotto all'ingrosso a Miami, dove acquista notorietà tra i ricchi e i famosi. Ben presto, Pablo sviluppa laboratori più grandi e rotte di distribuzione più estese negli Stati Uniti per soddisfare la crescente domanda. Con la crescita della cocaina fino a diventare una droga importante per il mercato americano, responsabile di un grande flusso di dollari verso la Colombia e di un'escalation di violenza legata alla droga negli Stati Uniti, gli americani inviano una task force della DEA in Colombia per affrontare il problema. Murphy è in coppia con Javier Peña. Lo scopo della task force di Murphy è quello di lavorare con le autorità colombiane, guidate dal colonnello Carrillo, per porre fine al flusso di cocaina verso gli Stati Uniti. La stagione si conclude con la fuga di Escobar dalla prigione.
La seconda stagione continua dove si era conclusa la prima. I soldati vedono Escobar e il suo entourage proprio fuori dal perimetro della prigione "La Catedral", ma sono troppo pietrificati da Escobar per procedere all'arresto. All'ambasciata, gli Stati Uniti inviano un nuovo ambasciatore che fa intervenire la CIA. All'inizio non ci sono grandi cambiamenti per Escobar, che continua a godere della fedeltà del suo cartello. Questa lealtà, tuttavia, inizia a venir meno quando Escobar ha bisogno di più tempo e risorse per nascondersi dal governo. Tra i trucchi che utilizza per non farsi vedere, c'è quello di girare per la città nel bagagliaio di un taxi e di utilizzare giovani vedette per segnalargli i movimenti della polizia.
Inizialmente, Escobar si adatta facilmente alla sua nuova vita, donando denaro alla comunità e uccidendo senza pietà coloro che cercano di staccarsi dal suo impero. La polizia colombiana ed Escobar si scontrano in battaglie violente, provocando un'alta tensione e disordini in Colombia. I rivali di Escobar nel cartello di Cali formano un'improbabile alleanza con i membri estromessi del suo stesso cartello e con un gruppo paramilitare anticomunista sostenuto dalla CIA. L'agente Peña lavora segretamente con questo gruppo, che uccide i membri dell'organizzazione di Pablo e ne rivendica la responsabilità come "Los Pepes".
Dopo che due dei principali membri del cartello di Escobar vengono catturati e lo tradiscono, Escobar si dà alla fuga. Insieme alla sua guardia del corpo si nasconde in un rifugio, dove festeggia il suo 44° compleanno. Quando Pablo cerca di mettersi in contatto con la sua famiglia, la DEA e i militari lo rintracciano tramite triangolazione radio e lo mettono alle strette sui tetti. Pablo viene colpito due volte nella sparatoria che ne consegue e, sebbene avrebbe potuto sopravvivere alle ferite, un poliziotto colombiano di nome Trujillo lo giustizia tra le grida di "Viva Colombia!".
Tata, la moglie di Escobar, si rivolge al cartello di Cali per chiedere il loro aiuto per lasciare il paese. Peña torna negli Stati Uniti, in attesa di essere rimproverato dalla commissione disciplinare per le sue frequentazioni con Los Pepes, ma è sorpreso quando gli viene chiesto di fornire informazioni contro il cartello di Cali, il che implica il suo futuro coinvolgimento con la DEA.
La terza stagione è stata rilasciata il 1° settembre 2017. La storia continua dopo la morte di Pablo Escobar e mostra la lotta della DEA contro il cartello di Cali. Con Escobar fuori dai giochi, gli affari del cartello vanno a gonfie vele, con nuovi mercati negli Stati Uniti e altrove. Con grande sorpresa di tutti, Gilberto Rodríguez Orejuela, il leader del cartello di Cali, annuncia che entro 6 mesi il cartello abbandonerà completamente il business della cocaina per concentrarsi sugli interessi commerciali legali. La decisione viene accolta con reazioni contrastanti all'interno del cartello.
Raccontare le gesta di Pablo Escobar in una serie, senza farlo diventare il personaggio per cui alla fine si fa il tifo, non è un compito facile. Le gesta di Escobar infatti si prestano bene a rendere mitologica la figura di uno dei criminali più famosi dei nostri tempi, che ha sfiorato lo status di icona popolare e che ha diviso i suoi connazionali in chi lo santificava come fosse Robin Hood e chi lo riteneva la rovina della Colombia.
Riesce bene nella serie Narcos in streaming su Netflix il brasiliano José Padilha, creatore e regista (suoi i due Tropa de Elìte), nel tracciare l'ascesa criminale di Escobar a partire dal contrabbando fino alla produzione di quasi tutta la cocaina usata nel mondo. Fedele alla storia, con uno stile asciutto e realistico tanto che la maggior parte dei dialoghi sono in spagnolo sottotitolato, Padilha alterna scene di guerriglia urbana a tranquilli momenti di vita privata. Come tratto distintivo di Narcos la voce narrante fuori campo dell'agente della DEA Steve Murphy, che con il suo compagno Javier Pena è incaricato dal Governo americano di catturare e far estradare negli Stati Uniti il capo del cartello di Medellín.
Escobar è interpretato da Wagner Moura, famoso attore brasiliano già protagonista nei Tropa de Elìte, criticato per il suo accento spagnolo nella serie ma molto bravo nell'interpretare il personaggio. Moura è dovuto ingrassare 20 chili ed ha modificato il suo modo di camminare e muoversi per entrare nella parte. L'agente della DEA Murphy è interpretato da Boyd Holbrook (The Host, Milk) mentre il suo collega è interpretato da Pedro Pascal, già visto in Game of Thrones nei panni di Oberyn Martell. Non possiamo non citare tra i "cattivi" il caratterista Luis Guzmán nei panni di José Rodríguez Gacha
In Narcos la filosofia di Escobar si nota già dalle prime scene, condensata nella mitica frase plata o plomo (soldi o piombo): se non ti lasci comprare vieni semplicemente fatto fuori. I politici che si mettevano di traverso infatti finivano inevitabilmente vittime di rappresaglie o di strani incidenti, mentre sulle forze dell'ordine metteva addirittura delle taglie che i suoi sicari facevano a gara per riscuotere. Escobar corrompeva ed uccideva chiunque, senza distinzioni di credo politico od appartenenza, e nel suo delirio di onnipotenza voleva diventare addirittura il Presidente della Colombia, di cui si offrì anche di pagare l'enorme debito pubblico pur di evitare l'estradizione.
Non ci sono vinti né vincitori nella serie, ed è forse il suo pregio maggiore. Raccontare la storia, senza schierarsi e senza falsi moralismi. Questo è Narcos.
I dialoghi in spagnolo sottotitolati possono non piacere molto a chi non è abituato a seguire contenuti in lingua originale. Inoltre il ritmo della serie è a tratti un po' lento, nello stile di molte produzioni televisive latinoamericane. Ma fa tutto parte del taglio che il regista ha voluto dare alla serie, che va vista quindi nel suo insieme.