Il diritto di ogni individuo di essere diverso dai suoi simili è il tema di questa produzione britannica di fama internazionale. La storia racconta il dilemma di un uomo che si rifiuta di partecipare a uno sciopero non ufficiale nel luogo in cui lavora. Mentre una violenza feroce e calcolata mette in riga gli altri dissidenti, lui si mette in proprio e viene mandato a Coventry (con un trattamento di silenzio) dai suoi compagni di lavoro. Un film emozionante e ricco di spunti di riflessione che ritrae i problemi umani e le forti emozioni che si generano quando un uomo osa agire con il coraggio delle proprie convinzioni e osa lottare per mantenere la propria libertà individuale.
Il silenzio rabbioso è un film drammatico britannico in bianco e nero del 1960 diretto da Guy Green e interpretato da Richard Attenborough, Pier Angeli, Michael Craig e Bernard Lee. Il film è stato il primo distribuito dalla Beaver Films, la casa di produzione dello sceneggiatore Bryan Forbes, che ha vinto un BAFTA Award e una nomination all'Oscar per il suo contributo (condiviso con gli autori della storia originale Michael Craig e Richard Gregson).
L'operaio Tom Curtis ha due figli e sua moglie Anna è incinta, il che lo mette sotto pressione dal punto di vista economico. Di conseguenza, si rifiuta di partecipare a uno sciopero non ufficiale, che comporta la perdita del salario, come invece ha diritto di fare. Lo sciopero è pianificato dall'attivista esterno Travers e orchestrato dal rappresentante sindacale Bert Connolly, che inventa richieste fasulle come parte della sua campagna per fare pressione sulla direzione affinché accetti un negozio chiuso, dando al sindacato maggiore influenza.
Coloro che continuano a lavorare si accorgono che le loro proprietà sono soggette a ripetuti attacchi, tra cui mattoni contro le finestre e incendi dolosi, e si uniscono allo sciopero per paura. Il solo Curtis continua a lavorare in segno di sfida contro le minacce e le intimidazioni.
Quando lo sciopero finisce, Curtis viene accusato di essere un crumiro e mandato a Coventry. Poi, quando i giornali antisindacali lo intervistano e riportano la sua situazione, Connolly chiede il suo licenziamento, sostenendo la sua richiesta con un divieto di lavoro e di straordinari. La direzione teme che la continua pubblicità possa comportare la perdita di un importante contratto, mentre alcuni lavoratori prendono in mano la situazione.