All'inizio degli anni '80, la guerra tra i boss della mafia siciliana è al suo apice. Tommaso Buscetta, membro di Cosa Nostra, fugge dal suo paese per nascondersi in Brasile. Nel frattempo, in Italia, il regolamento di conti continua e i parenti di Buscetta vengono uccisi uno dopo l'altro. Arrestato dalla polizia brasiliana e poi estradato, Buscetta prende una decisione che cambierà la storia della mafia: incontrare il giudice Falcone e tradire il giuramento fatto a Cosa Nostra.
The Traitor è stato presentato in anteprima in concorso al Festival di Cannes 2019 ed è stato distribuito nelle sale il 23 maggio da 01 Distribution e il 6 novembre in Francia da Ad Vitam Distribution. Ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha guadagnato 8,7 milioni di dollari al botteghino mondiale.
Negli anni '80, il periodo di massimo potere dei clan mafiosi in Italia, le fazioni di Cosa Nostra di Palermo e dei Corleonesi (con a capo Totò Riina) si contendono il mercato della droga, mantenendo una facciata di amicizia e collaborazione. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), affiliato a Cosa Nostra e conosciuto come il "boss dei due mondi", intuisce l'imminente guerra tra le famiglie e decide di trasferirsi in Brasile, dove potrà seguire i suoi affari in tranquillità. Come aveva previsto, dopo la sua partenza iniziano le tensioni e cadono le prime vittime della faida, tra cui due dei suoi figli e suo fratello. Ma Buscetta viene catturato e torturato dalla polizia brasiliana. Il mafioso capisce che rischia una morte certa quando viene decisa la sua estradizione in Italia. Inaspettatamente, il giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi) gli offre una via d'uscita: collaborare con la polizia e la magistratura, godendo della protezione dello Stato. Buscetta, che da tempo non si riconosce più nelle azioni violente e senza scrupoli di Cosa Nostra e legato a un'idea di mafia che protegge la povera gente, decide di accettare, anche per vendicarsi delle rappresaglie e delle persecuzioni contro di lui e la sua famiglia. Diventa così il primo collaboratore di giustizia della storia italiana, rendendo possibile l'istituzione nel 1986 del maxi-processo con 475 imputati nel tribunale bunker di Palermo, dove le sue testimonianze - e quelle di Totuccio Contorno (Luigi Lo Cascio) - portano alla condanna e all'arresto di numerosi membri della mafia, messi per la prima volta alla prova e sotto i riflettori dello Stato e dell'opinione pubblica. La criminalità organizzata risponderà con l'assassinio del giudice Falcone nel 1992 nell'attentato noto come "strage di Capaci", in cui oltre al magistrato persero la vita la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta. Buscetta, sotto protezione negli Stati Uniti, tornerà in Italia per onorare il patto con Falcone e testimoniare nel cosiddetto "processo del secolo", che coinvolse Giulio Andreotti, principale esponente della Democrazia Cristiana e grande protagonista della politica italiana della seconda metà del '900, e numerosi altri politici, portando così alla luce i forti legami tra Stato e Mafia.